Attenzione a cedere al ricatto degli hacker. Può costarci molto caro. Quando si subisce un attacco ransomware, ovvero quando ci vengono sottratti o cifrati dati, in seguito ci vengono richiesti soldi per la restituzione. Molte vittime pagano subito pur di non avere altri problemi. Ma attenzione perché non sarebbe questa la soluzione più appropriata.
Secondo il rapporto “Cybereason Global Ransomware Study“ l’80% di chi accetta di versare la somma richiesta dai pirati informatici poi viene colpito da un secondo attacco, e nella metà dei casi da parte dagli stessi soggetti. Lo studio è stato condotto da oltre 1000 esperti di sicurezza informatica in diversi paesi, Usa, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Francia, Emirati Arabi Uniti e Singapore.
Quello che emerge è che il 66% di chi ha subito attacchi ha avuto perdite economiche, il 53% ha lamentato un danno d’immagine per la propria compagnia, il 29% una riduzione della forza lavoro e in un quarto dei casi l’attacco ha portato ad una chiusura dell’azienda.
Protezione dei dati
Cosa fare dunque per proteggersi da questi hacker sempre in agguato a spiare i nostri PC e i nostri dispositivi mobile? Sicuramente è opportuno che le società facciano un training al personale per sapere come agire in caso di attacco. E poi aggiornare sempre le protezioni di sicurezza, cambiare spesso password, fare il backup dei dati e lo scanning delle email.
Ad essere presi di mira da questi cyber-attacks non sono solo i server delle multinazionali o i dispositivi di semplici cittadini privati. Ma anche Agenzie federali e governi. L’Fbi, il Federal Bureau of Investigation, ha riportato un aumento del 225% delle perdite totali dovute al ransomware.
Secondo Cybersecurity Venturessono sotto attacco ogni 11 secondi, in media, con perdite che quest’anno si aggirano, a livello globale, intorno ai 20 miliardi di dollari.
Attacchi cyber in aumento nel 2020
Il numero di attacchi informatici è in continua crescita: nel 2020 gli sono aumentati del 91% rispetto al 2019, mentre quelli malware sono aumentati del 54%. Secondo quanto riporta Positive Technologies. il dato preoccupante è che ad essere sotto tiro sono le istituzioni mediche.
Sette minacce su dieci hanno avuto successo. I bersagli più popolari sono le istituzioni governative (19%), le aziende industriali (12%) e le istituzioni mediche (9%).
Malware e ransomware
Il malware, nella sicurezza informatica, indica un qualsiasi programma informatico usato per disturbare le operazioni svolte da un utente di un computer. Si tratta di un virus che intacca i nostri computer. In genere i malware accedono ai dispositivi tramite Internet e i sistemi di posta elettronica.
Possono tuttavia sfruttare anche siti Web violati, videogiochi, file musicali, e tutti quei dispositivi privi di protezione antivirus. Il modo migliore per liberarsi dal malware consiste nell’utilizzare uno strumento di rimozione affidabile, come quelli disponibili nelle migliori soluzioni anti-malware.
Il ransomware è stato utilizzato nel 45% di tutti gli attacchi di malware contro le organizzazioni. Si tratta di un tipo di virus che limita l’accesso del dispositivo che infetta, richiedendo un riscatto da pagare per rimuovere la limitazione. Tecnicamente sono trojan horse) crittografici e hanno come unico scopo l’estorsione di denaro, attraverso un “sequestro di file”, attraverso la cifratura che, in pratica, li rende inutilizzabili.
L’81% degli attacchi ha origine criminale, il 14% riguarda lo spionaggio, il rimanente 5% è un mix tra hacktivism, che consiste in azioni effettuate per finalità politiche o sociali e information warfare, ovvero l’insieme di tecniche di raccolta, elaborazione, gestione e diffusione delle informazioni per ottenere un vantaggio in campo militare, politico ed economico.