Fuori dal cimitero di Bergamo, che al culmine della pandemia era così pieno che i camion dell’esercito hanno dovuto trasportare i corpi fuori dalla regione per essere cremati, un’orchestra mascherata ha suonato la messa funebre da requiem scritta dal compositore bergamasco Gaetano Donizetti.
“Ricordare significa prima di tutto commemorare i nostri morti, e anche prendere piena coscienza di quanto accaduto”, ha detto Mattarella.
“Ricordare significa riflettere, seriamente e con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze del sistema e sugli errori da non ripetere”.
Il presidente ha anche invitato a ricordare “la straordinaria disponibilità e umanità” di medici, infermieri, squadre di protezione civile e altri, alcuni dei quali erano presenti.
Tra gli ospiti 243 sindaci, operatori sanitari e persone che hanno perso i propri cari a causa del coronavirus, tra cui alcuni dei parenti che hanno sporto denuncia a Bergamo per la gestione ufficiale dell’emergenza.
Più di 6.000 persone sono morte in provincia di Bergamo da quando è stato segnalato il suo primo caso a febbraio, molte delle quali senza la possibilità di un funerale.
“Oggi Bergamo rappresenta l’Italia intera, il cuore della repubblica, che si prostra davanti alle migliaia di donne e uomini uccisi da una malattia ancora largamente sconosciuta e che continua a minacciare il mondo”, ha detto Mattarella.